Son salvo, alfin son salvo, Arturo's aria from I Puritani Son salvo, alfin son salvo. I miei nemici falliro il colpo, e mi smarrir di traccia. Oh patria...oh amore, omnipossenti nomi! Ad ogni passo mi balza il cor nel seno, e benedico ogni fronda, ogni sasso. Oh! Com'è dolce e un esule infelice vedere il suo tesoro e, dopo tanto errar di riva in riva, baciar alfin la terra sua nativa! Qual suon? La mia canzon d'amore!...Oh, Elvira, ove t'aggiri tu?...Nessun risponde, nessun. A te così cantava di queste selve tra le dense fronde, e tu allor eco facevi il canto mio! Deh! Se ascoltasti l'amoroso canto... odi quel dell'essiglio, odi il mio pianto. A una fonte afflitto e solo s'assideva un trovator; toccò l'arpa e suonò duolo, sciolse un canto, e fu dolor. Brama il Sol allor ch'è sera, brama sera allor ch'è Sol. Gli par verno primavera, ogni gioia gli par duol! Qual son! Alcun s'appressa. Ad altro lato vanno I furenti. Son già lontani. Perchè mai non posso porre il piedi entro l'adorate soglie? Dire a Elvira il mio duol, la fede mia? Ah! No...perder potrei me stesso e lei. Or si ripigli il canto. Forse a me verrà, se al cor le suona come nei dì felici, quando uniti dicemmo:Io t'amo! Io t'amo! Corre a valle, corre a monte l'esiliato pellegrin, ma il dolor gli è sempre a fronte, gli è compagno nel cammin. Cerca il sonno a notte oscura l'esiliato pellegrin; sogna, e il desta la sciagura della patria e il suo destin. Sempre eguali ha I luoghi e l'ore l'infelice trovator. L'esiliato allor che muore ha sol possa al suo dolor, ecc.